La risposta breve a questa domanda è: quasi mai quando il lavoro viene fatto a regola d’arte. Ora vediamo perché.
I restauri conservativi diretti, cioè quelle che comunemente vengono chiamate otturazioni, vengono solitamente eseguiti in caso di carie: sarà necessario aprire la cavità del dente, rimuovere il tessuto cariato e sigillare la dentina, tessuto con fibre nervose responsabile della sensibilità dentale.
Quando la dentina non viene sigillata correttamente è possibile sentire dolore dopo un’otturazione. Avremo quindi un canale ipersensibile nel cavo orale che risponderà con fastidio o dolore a tutti gli stimoli esterni.
Come ridurre al minimo questa possibilità?
Qualità dei materiali, abilità ed esperienza sono un punto fondamentale nel nostro campo, anche in questo caso.
Negli Studi Sornig utilizziamo resine composite tra le più performanti sul mercato per sigillare la dentina, oltre a questo utilizziamo la diga in gomma che isola gli elementi dentari dalla saliva e dall’umidità del respiro, in questo modo evitiamo la contaminazione della saliva e garantiamo un risultato di adesione ottimale.
Perché quindi parliamo di “ridurre al minimo” e non di “escludere”? Purtroppo dipende da persona a persona: nel 90% dei casi il dolore è escluso se il lavoro è fatto a regola d’arte ma in alcuni pazienti può rimanere una sensibilità transitoria di qualche settimana. Facciamo un esempio: può accadere che, in caso di carie profonde di denti asintomatici in pazienti giovani, si proceda con un tentativo di salvataggio attraverso l’otturazione per evitare di devitalizzate il dente e indebolirlo; in questo caso le vibrazioni del trapano per la fresatura, il calore della lampada o il freddo dell’acqua possono renderlo sintomatico e creare fastidio.