L'alitosi

Esistono ancora diversi aspetti scientifici poco conosciuti sull'alitosi ma l'attuale rilevanza sociale del problema è sicuramente notevole: si tratta di un disturbo molto fastidioso che genera nei pazienti una grande preoccupazione per le conseguenze sui rapporti sociali ed affettivi.

Alitosi patologica orale ed extraorale

Le cause che portano all'alitosi possono essere diverse e non essere dovute a patologie della bocca. L'alitosi può quindi suddividersi in:

  • alitosi patologica orale
  • alitosi patologica extraorale

Possiamo infatti avere un'alitosi che trova origine nello stomaco o nelle regioni nasali e in quel caso sarà necessario fare riferimento a medici professionisti diversi come il gastroenterologo o l'otorinolaringoiatra.

Nella forma patologica orale invece, l'alitosi è causata da condizioni patologiche dei tessuti orali, quali la parodontite, la xerostomia (sindorme da bocca asciutta) o malattie delle mucose orali. L'alitosi quindi può essere anche un sintomo più evidente di una patologia, come nel della parodontite, un disturbo da non sottovalutare ad esempio nei tabagisti poiché il fumo aumenta di molto l'incidenza di problemi parodontali. Diamo quindi il giusto peso a questo fenomeno ma senza allarmarsi perché la cura c'è.

Come comportarsi in caso di alitosi

Innanzitutto è consigliata una particolare attenzione all'igiene orale:
  • laviamo bene i denti
  • spazzoliamo bene la lingua (dove i batteri ristagnano)
  • passiamo il filo interdentale

Se il problema persiste fissiamo una visita dall'odontoiatra che effettuerà una corretta raccolta di dati sul paziente ed un attento e obiettivo esame del cavo orale (livello di igiene orale, di salute parodontale, eventuale presenza di carie, valutazione del flusso salivare, presenza di patina linguale).

Cosa evitare con l'alitosi

Spesso i pazienti ricorrono a prodotti cosmetici come collutori, gomme da masticare, caramelle per mascherare il problema dell'alitosi: in questo modo si rischia di peggiorare la situazione percHè le origini che portano a tale disturbo non vengono affrontate e si protraggono nel tempo con il rischio di aggravarsi.